Marmi e Pietre della Versilia
Dalle Alpi Apuane della Versilia sono estratti marmi preziosi che, lavorati nelle aziende industriali e nei laboratori del piano, vanno poi ad impreziosire palazzi governativi, chiese, musei e parchi pubblici della comunità internazionale. Proseguiamo con la pubblicazione delle schede descrittive dei materiali lapidei della Versilia che hanno fatto la storia economica e sociale del nostro territorio. Vediamo la loro descrizione, le applicazioni, la provenienza e la storia.
Scheda tecnica realizzata con il contributo del geologo Sergio Mancini.
Foto gentilmente concesse dall’azienda associata a Cosmave, Da.Vi. srl
NOME TRADIZIONALE: Pietra del Cardoso
NOME PETROGRAFICO: Metarenaria
COLORE: Grigio con venature bianche
LE CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE DELLE PIETRE ARENARIE DI CARDOSO E STAZZEMA.
Nel corso degli ultimi anni la formazione delle arenarie metamorfiche dello Pseudomacigno, coltivata nei comparti di Cardoso e di Stazzema, è stata analizzata a livello fisico meccanico sia attraverso vari studi nelle cave, sia attraverso numerosi test su campioni da blocchi e lavorati per la commercializzazione a livello internazionale.
Con normative UNI-EN si sono avute negli anni valutazioni tecniche dei materiali delle cave tramite studi dell’Università di Firenze e di Siena che hanno verificato dati litotecnici elevati di resistenza geomeccaniche di angolo di attrito, garantendo buoni standard di sicurezza, previa attenzione alla selezione dei banchi arenacei rispetto
ai livelli delle ardesie di minori caratteristiche di resistenza. A livello generale i nuovi dati assunti dal Catalogo Regionale The Tuscan Stone Identities in base alla norma UNI-EN nel 2010 (sui comparti originari di Cardoso) indicano resistenza a compressione di 108 MPa, valori elevati di resistenza a flessione a stato naturale
di 29,8 MPa e bassa gelività (28 MPa). I valori di assorbimento di acqua sono tra i migliori nel mercato delle arenarie (0,37%), così come i valori di porosità aperta del
1,07% .
Analoghi test più recenti in normativa UNIEN con definizione petrografica di “metarenite poligenica” per le cave del bacino di Cardoso (cava Sampiera), presentano dati di assorbimento di acqua 0,37% , resistenza a flessione fino a valori medi di 35,4 MPa e resistenza a compressione di 92 MPa sia a stato naturale che dopo cicli di gelività. Nuovi dati di test effettuati dalle aziende con cave a Stazzema , in base alla norma ASTM, indicano valori di assorbimento di acqua (0,24%) e di resistenza alla flessione di 22,7 MPa che incrementa fino a 24,2 MPa dopo cicli di gelività. La resistenza a compressione assume valori notevoli di 127 MPa con un certo decremento a circa 93
MPa dopo cicli di gelo e disgelo. In base a queste caratteristiche complessive dei vari testi dipendenti da stime medie e da varie situazioni geostrutturali locali in base alla complessità geologica dello Pseudomacigno, le Pietre del Cardoso e di Stazzema trovano ampia applicazione anche in ambienti esterni climaticamente impegnativi
e il materiale appare adatto a tutte le applicazioni, rendendo questa arenaria metamorfica dell’Alta Versilia materiale unico del territorio, di elevato pregio commerciale e
di utilizzo nella filiera locale e internazionale e ampia resa utile nella trasformazione.
PROVENIENZA E CENNI STORICI
Le prime testimonianze storiche sulle cave della Pietra del Cardoso provengono da documenti del XVIII-XIX sec. (Paolicchi, 1990) in cui si evidenzia una attività prevalente
di estrazione di ardesie. Gli artigiani locali della pietra di questo periodo erano chiamati “Piastrai” o “Maestri Piastricci”.
A partire dal XVIII sec. la richiesta di pietra a spacco per coperture di tetti nell’area del Cardoso iniziò a produrre un certo commercio dell’arenaria nel Granducato di Toscana, sebbene la produzione rimarrà a lungo secondaria rispetto alla maggiore disponibilità a Firenze delle cave di Pietra Serena di Fiesole, Monte Senario, Settignano. Il paese di Cardoso rimase per molto tempo noto come località di “cave di piastre, ovvero di lavagne, sempre pero’ inferiori a quelle del Genovesato”. Nel tempo la produzione di Ardesia Apuana continuò a decrescere fino a rimanere nelle sole cave (anche in sotterraneo) di Casalina presso Cardoso e delle Buche e Spondaccia presso Pomezzana, lavorate fino agli anni ’80-‘90 del secolo scorso dalle società Italardesia di Cicagna (GE) e Fratelli Lorenzi di Stazzema, per poi esaurirsi. Sebbene già nota negli anni ’20-’30 del secolo scorso, lo sviluppo del comparto della Pietra del Cardoso, ossia i livelli di arenarie metamorfiche grigio scuro, ebbe a livello industriale dal secondo dopoguerra un notevole sviluppo per le sue caratteristiche merceologiche di pietra con dati di notevole compattezza e resistenza e di bassa gelività. In questa prima fase industriale il principale sviluppo della Pietra del Cardoso fu ottenuto dall’imprenditore locale Mario Barsanti, proprietario delle cave di Col dal Tovo e Belvedere. Questo imprenditore introdusse i primi macchinari e le tecnologie utilizzate nei marmi estraendo blocchi commerciali con utilizzo del filo elicoidale, poi tagliati in semilavorati tramite dischi diamantati. Durante quei primi anni di sviluppo industriale il materiale ebbe anche denominazioni commerciali diverse e curiose quali Serpentino Vezza, Mesozoidite Grigio Azzurra. Negli anni dal 1979 al 1989, con il pieno sviluppo anche internazionale del comparto sono state attive da 5 fino a 9 cave di Pietra del Cardoso e Ardesia Apuana con maestranze variabili da 22 fino a 42 operai e dirigenti, per una produzione massima di 14.300 tonnellate annuali di blocchi nel 1988 (Pandolfi, 1997).
APPLICAZIONI – PAVIMENTI, RIVESTIMENTI PER INTERNI ED ESTERNI, DESIGN
Le tre categorie principali oggi conosciute a livello commerciale, da vari studi geologico-tecnici recenti, sono date dalla “Pietra del Cardoso”, determinata da arenoscisti
di colore grigio omogeneo; una varietà con inclusioni di elementi e strappi di ardesie (varietà “Macchia”) e una varietà tendenzialmente avvicinabile a vere e proprie ardesie (varietà “Scuro” o “Dark”). Oggi, alcune varietà commerciali vengono denominate “Apuana Fulgur” e “Stazzemys”. Nel panorama locale la Pietra del Cardoso fa parte integrante del patrimonio edilizio e architettonico e appare molto difficile elencare in modo esaustivo le numerose realizzazioni compiute a livello nazionale e internazionale con questo materiale. Realizzazioni molto note a livello internazionale sono i rivestimenti e arredi dell’Università Bocconi di Milano, la sede della palazzina direzionale della Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa (progetto dell’Architetto Angelo Mangiarotti) e gli arredi e rivestimenti interni del Teatro Carlo Felice di Genova dell’Arch. Carlo Loris Rossi. La produzione in blocchi delle cave di Stazzema giunge cronologicamente ultima nel tempo ma da vari anni provvede alla fornitura del materiale per un 60-70% nel mercato italiano e per circa un 30% nel mercato estero, con riferimento particolare a Svizzera, Dubai, Cina.