Scheda tecnica realizzata con il contributo del geologo Sergio Mancini.
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LE CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE DEL BIANCO P.
Dalle note pubblicazioni Ertag (1980) dai cataloghi sui marmi italiani ICE (1982) e dal Catalogo The Tuscan Marble Identities della Regione Toscana-IMM del 2010 derivano le conoscenze sulle caratteristiche tecniche dei vari marmi bianchi oggi in commercio delle aziende versiliesi consociate.
Nelle pubblicazioni con dati risalenti alla normativa UNI 1939 e da studi oggi datati e non validi ai fini della certificazione, si hanno dati per varietà come il Bianco Gobbie, Bianco Arni, Bianco Buca. Per questi materiali i dati dei cataloghi ICE del 1982 sui marmi Italiani, a titolo di esempio, verificavano valori di resistenza a compressione di circa 1561 e 1394 kg/cmq in ambito naturale o dopo cicli di gelività, resistenza a flessione di 219 kg/cmq e assorbimento di acqua 0,205 %.
Oppure si sono avuti risultati per marmi con tendenza ad una maggiore resistenza a compressione dopo cicli di gelività (Bianco Arni) indicativi di strutture geologiche con maggiore orientazione strutturale a causa di deformazioni metamorfiche caratteristiche, con valori tra 1357 e 1370 kg/cmq. e resistenza a flessione 217 kg/cmq., basso assorbimento di acqua (0,117%). Marmi come il Bianco Buca sono stati identificati con norma per il mercato estero ASTM con dati di resistenza a compressione 93 MPa, resistenza a flessione 16,3 MPa, basso assorbimento d’acqua in peso 0,08%.
Nuovi dati in normativa UNI-EN per i marmi bianchi del gruppo Piastrone-Buca sono stati forniti dalla Henraux presentando valori medi 91 MPa per la resistenza a compressione a stato naturale , resistenza a flessione di 19,2 MPa a stato naturale e di 16,9 MPa dopo cicli di gelivita’ , rivelando un marmo non gelivo e di ottima compattezza; valori di assorbimento di acqua di 0,08% in peso e di porosità aperta dello 0,3% confermano la forte resistenza strutturale e la grana serrata di questi marmi. I dati del 1980 per i marmi bianco-grigi San Nicola di Trambiserra indicavano media resistenza a compressione di 1181 kg/cmq. ma con miglioramento dopo cicli di gelività a 1263 kg/cmq., coefficiente di imbibizione 0,10% in peso. Nelle vicine cave del Monte Costa i marmi bianchi o bianco venati estratti fino a pochi anni sempre con dati del 1980 presentano dati fisico meccanici simili con valori medi di resistenza a compressione da 1094 a 1130 kg/cmq con miglioramento dopo gelività indicativo di marmi a struttura cristallina compatta e robusta, confermata da imbibizione d’acqua 0,12 % in peso, con buoni valori anche di resistenza a flessione di 127 kg/cmq.
Dati tecnici del Marmo Bianco P .
Per i marmi del tipo Bianco P, il catalogo The Tuscan Marble Identities del 2010 riprende le caratteristiche fisico meccaniche in norma UNI-EN tipiche dei marmi bianchi puri dei giacimenti di Massa, con resistenza a compressione 100,7 MPa e di 10,6 MPa per la resistenza a flessione a stato naturale e 5,6 MPa dopo cicli di gelività. Questi dati indicano notevole robustezza per opere generali e rivelano necessità di non utilizzo preferenziale per lavorazioni come scale, elementi architettonici con peso gravante.
I dati delle pubblicazioni a norme UNI del 1980-1982 davano per questi marmi a fondo bianco “P” uniforme con rari punti e venature nere, resistenza a compressione di 1200 kg/cmq. senza variazioni dopo cicli di gelivita’, assorbimento d’acqua 0,110% , elevata resistenza a flessione di 227 Kg/cmq.
Dati tecnici ICE da cataloghi con norma americana ASTM per tale materiale presentano assorbimento d’acqua in peso 0,21% , resistenza a compressione 80 MPa, resistenza a flessione 29,9 MPa con norme C97 e C170.
IL MARMO BIANCO NELL’INDUSTRIA MARMIFERA DELLA VERSILIA
Gli usi artistici e pregiati dei marmi Bianco P di Massa e la storia delle Cave Ronchieri del Monte Sella.
La varietà merceologica del marmo Bianco più pura dal punto di vista della composizione è la tipologia commerciale che dagli anni ’20 del secolo scorso fu denominata Bianco P in onore dell’imprenditore Belga Puissant che per primo ne valorizzò gli usi a livello industriale soprattutto con le ricerche dei giacimenti marmiferi dell’area di Massa, dove tuttora si estrae nelle cave dei bacini del Monte Sella (Piastreta) e nell’area di Forno (Cava Romana e Cava Fondone-Filoni) . Del pregiato marmo Bianco P fornito dalle cave di Piastreta, che si raggiungono dal 1975 con una strada di arroccamento da Arni, da molti anni si fa uso nei laboratori artistici della Versilia . Si percorre una breve storia di queste cave, da molti anni in sotterraneo e alle quote più alte del gruppo montuoso. Le prime notizie storiche che individuano il Bacino Marmifero di cava Piastreta risalgono alla nota figura dell’Ing. Minerario inglese Charles Denham che agli albori del ‘900, in una temeraria escursione sul gruppo Sella ad oltre 1500 metri di altezza, individua degli affioramenti di un marmo molto bianco a trama finissima. Nel 1922 l’Ingegnere dopo una complessa programmazione, completa la costruzione di un innovativo piano inclinato con monorotaia che consentì per un breve periodo all’imprenditore inglese di lavorare le cave sommitali di Piastreta. Un’ardita lizzatura meccanica con un incredibile, per quei tempi, argano posto alla base dell’arrivo della monorotaia che permise di portare a valle dal 1930 al 1934 le prime perfette “cariche” (piccoli blocchi) di marmo pregiato destinato alle lavorazioni nel più grosso impianto industriale dell’epoca ubicato nei pressi della stazione ferroviaria di Massa con segheria, laboratorio e studio di scultura Robson. Risale agli anni successivi l’interesse per cava Piastreta da parte di Giuseppe Ronchieri promotore dell’attuale società. Infatti nella prima metà del ‘900 la Società Ronchieri concretizza questa intenzione acquistandone i mappali dall’Ing. Denham. Si provvede alla risistemazione del piano di lizza meccanizzata “Denham”dopo gli eventi bellici, completando tale ricostruzione ed adeguandola secondo i più moderni principi tecnologici con trasformazione della lizzatura meccanizzata in motorizzata, come pure della portata da 8 ton. A 10 ton.
Negli anni 1959-1960 la Ezio Ronchieri porta a piena attività le estrazioni dalla Cava Piastreta (PS) con notizie di attività tratte dai giornali dell’epoca di 50 addetti nel periodo e prime forniture di blocchi destinati a statue per la Casa Vaticana di cui la ditta diviene “fornitore ufficiale”.
L’attività di estrazione e trasporto si modernizza con l’ultimazione nel 1975-1976 della costruzione della strada di arroccamento carrabile da Arni fino a cava Piastreta e conseguente abbandono della lizzatura meccanizzata e quindi con il naturale aumento destinato alla filiera delle produzioni marmoree provenienti dalla stessa cava.
APPLICAZIONI
Molteplici le commesse che vedono protagonista il Bianco P: per esempio, la ristrutturazione dei Saloni di Versailles sotto l’egida del Presidente Giscard d’Estaing, la Reggia del Re del Marocco, Le residenze del Prince Bader in Saudi Arabia. Dalla seconda metà degli anni 70’ del secolo scorso in poi si sono realizzati i progetti della Reggia e dell’aeroporto del Qatar interamente realizzati nel comprensorio Apuo Versiliese (Campolonghi Italia spa)e Il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze (Savema spa).
Le caratteristiche del marmo Bianco P di Piastreta vengono sempre valorizzate traducendosi in numerose opere di scultura lavorate nei famosi nel mondo laboratori di scultura e ornato di pregio di Pietrasanta (Franco Cervietti e Massimo Galleni ) tra le quali sono di maggior evidenza la Statua di Papa Montini Paolo VI, tutti gli arredi della Cripta Vaticana, gli scaloni dei Nuovi Musei Vaticani, il Monumento a Giovanni Paolo II di Giuliano Vangi. L’attuale filiera occupazionale diretta della ditta Ezio Ronchieri comprende 10 addetti nella cava Piastreta e 6 addetti nel laboratorio di Massa.
Nel passato e anche attualmente si estrae nel comparto delle cave di Trambisera una varietà di marmo bianco chiaro con fondo leggermente grigio resistente agli agenti atmosferici (Bianco San Nicola) descritto come dotato di capacità di portare tagli a spessori estremamente sottili. Da diversi anni l’escavazione delle Cave di Trambisera è stata completamente riattivata con cave attive della Trambisera Marmi e Fratelli Sermattei Srl preservando in alcune zone delle attività del passato anche alcuni importanti vie di lizza.
Tra le realizzazioni note del XIX sec., si ha la statua del cardinale Forteguerri nella piazza dello Spirito Santo di Pistoia dello scultore Cesare Sighinolfi. Varietà più tendenti a fondo grigio sono state estratte in passato dalle cave del Monte Costa (marmi bianchi omonimi e Bianco Ceragiola) con caratteristiche fisico meccaniche di elevata resistenza e tenacità agli agenti atmosferici e scavati in varie località (Cave Francia Confine, Ceragiola, Solaio, Papina, Vitoio) che fornirono i primi materiali per l’edificazione medievale e rinascimentale del territorio di Pietrasanta e furono proseguite da imprenditori come William Walton, Augusto Dalgas e la famiglia Giorgini. L’attività recente delle cave di Ceragiola fu esercitata dalla Henraux fino al 1946 e dalle famiglie Corbellini di Vallecchia e Tognetti fino agli anni ’90 del secolo scorso.