Scheda tecnica realizzata con il contributo del geologo Sergio Mancini.
Foto gentilmente concesse da Cecconi Pietro srlu.
Marmi e Pietre della Versilia
Dalle Alpi Apuane della Versilia sono estratti marmi preziosi che, lavorati nelle aziende industriali e nei laboratori del piano, vanno poi ad impreziosire palazzi governativi, chiese, musei e parchi pubblici della comunità internazionale. Proseguiamo con la pubblicazione delle schede descrittive dei materiali lapidei della Versilia che hanno fatto la storia economica e sociale del nostro territorio. Vediamo la loro descrizione, le applicazioni, la provenienza e la storia.
Nome tradizionale: Cipollino Apuano Classico
Nome petrografico: Calcescisto
Colore: Calcescisto di colore verde chiaro caratterizzato dall’alternanza di lamine sub-millimetriche verdi e bianche ad andamento sub-parallelo, con locale presenza di noduli bianchi pluricentimetrici.
DATI SULLE CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E TECNICHE
La struttura geologica principale in cui si trova la cava Pendia Tana è una piega a nucleo di Diaspri con alternanze di livelli dolomitici, attribuita alla “Sinforme di Arni” e su cui si ritrovano livelli a colorazione da verde bottiglia e verde scuro di Cipollini s.s. con alternanze di calcescisti anche violacei, non utilizzati. Il Cipollino Apuano Classico è rientrato assieme al calcescisto Cremo Tirreno negli elenchi e cataloghi più recenti della IMM-Toscana Promozione “The Tuscan Marble Identities” del 2010 , con normativa UNI-EN. I valori di resistenza a compressione del materiale sono certificati dai cataloghi regionali in 74,2 MPa con una variazione di 10 MPa; questi valori indicano una ottima resistenza media cautelativamente stimata in difetto, anche se si assiste ad una certa variabilità dei dati di resistenza (presenza di livelli più scistosi) . La resistenza a flessione in condizioni naturali e’ di 13,7 MPa mentre dopo i cicli di gelività i valori , comunque di buon livello scendono a circa 10,4 MPa. Tali indicazioni, associati a valori di porosità aperta dello 0,6% e assorbimento di acqua dello 0,19% , precisano della necessità di selezionare una parte del materiale con maggiore presenza di eventuale “macchia lente” comunque molto limitata. Il Cipollino Classico, calcescisto di colore verde chiaro a grana fine-media con notevole anisotropia da sforzi tettonici e metamorfici, dunque presenta valori fisico meccanici di buon livello complessivo indicativi di un materiale adatto per tutte le realizzazioni e con parametri mediamente superiori ad alcuni calcescisti colorati oggi estratti nelle Alpi Apuane.
Dall’osservazione di molte delle realizzazioni note in Italia , il materiale non presenta problematiche di alterazione o decolorazione in ambienti interni, mentre negli utilizzi esterni si e’ potuta verificare una perdita cromatica non sostenuta e una lieve alterazione per esfoliazione, specie in utilizzi del passato con lavorazioni parallelo al “verso di macchia”. L’ampio uso in Italia di questi calcescisti verde bottiglia o verde-grigio scuro con venature bianche e tipici noduli calcareo-silicei provocati dal “boudinage” testimonia e garantisce la sua tipicità come materiale classico e molto ricercato, certificati da molti studi del passato.
PROVENIENZA E CENNI STORICI
Uno dei giacimenti più tipici di materiali lapidei dei Cipollini dell’Alta Versilia è quello situato nell’estremità settentrionale del Comune di Stazzema, dove si estrae il ben noto Cipollino Apuano e dove dove sono presenti due cave di cipollini e di calcescisti Cremo Tirreno che hanno contribuito, assieme alle limitrofe cave situate nel comune di Careggine presso Isola Santa, alla diffusione di questa varietà merceologica soprattutto nel periodo ricompreso tra gli anni ’30 e gli anni ’90 del secolo scorso, con un’attuale attività sospesa e con attività sempre caratterizzate da produzioni limitate ma di grande pregio e con ampia filiera storico-culturale. In questa sede parleremo del Cipollino Apuano classico, da anni estratto dalla cava “Pendia Tana” situata lungo la sponda sinistra orografica del Canale delle Fredde, vicino al paese di Isola Santa nel comune di Stazzema.
Soprattutto nel periodo ricompreso tra il 1930 e il 1980 l’attività estrattiva del Cipollino di Isola Santa e di Capanne di Careggine tuttora sorprende per la grande entità di materiale utilizzato in tutta Italia. La produzione del Cipollino delle cave ha conosciuto una attività costante, con una media di 500-700 ton./mese complessive ottenuta con una estrazione effettuata dapprima con lavorazioni a filo elicoidale, talora con associate perforazioni per rocce dure e successivamente con filo diamantato e tagliatrice a catena e una forza lavoro di 4-6 cavatori, testimonianza di un’attività a conduzione familiare con notevole tradizione e continuità. L’ inizio dell’uso moderno e contemporaneo del cipollino viene attestato attorno al 1920-1930 quando alcune cave dell’area dell’ Isola Santa e Capanne di Careggine iniziano a coltivare estesi affioramenti nelle località di Palanconi e Fontanelle, zone oggi abbandonate per parziale esaurimento.
Nel 1963 in Versilia nacque la società Cecconi Marmi, che acquisì le proprietà delle cave di cipollino attive sulla sponda sinistra del torrente Turrite Secca e nel comune di Careggine.
APPLICAZIONI – PAVIMENTI, RIVESTIMENTI PER INTERNI ED ESTERNI, DESIGN
Realizzazioni moderne con il Cipollino Apuano iniziano a ritrovarsi in alcuni palazzi in stile neoclassico a Milano, come il palazzo della Camera Confederale del Lavoro, realizzato nel 1930-1932 dagli architetti Caneva, Carminati e Bordoni; sempre nel 1930 l’architetto Terragni realizza a Como con il materiale una facciata esterna per il negozio di vetreria “Vitrum”, nei pressi della piazza del Duomo. Con il Cipollino Versilia si realizzano nel periodo fonti battesimali per la chiesa di Dalmine (Bergamo). Nel 1934 A. Munoz realizza intarsi per “carte marmoree” ai fori imperiali di Roma con marmi apuani pregiati come brecce, cipollini, paonazzetti e neri apuani. Nel 1936-1938, il materiale venne utilizzato nel rivestimento, incorniciature e gradini della piscina della Caserma Avieri e della Scuola di Guerra Aerea di Firenze.
La prima importante commessa fu quella legata al rivestimento degli interni della Stazione ferroviaria di Viareggio, compiuto nel 1954-1955 con interessanti pannellature a macchia aperta, associate a Rosso Levanto e altri marmi, per la ristrutturazione dei materiali lapidei originari installati nel 1936. Del 1960-62 è datata una delle più importanti commesse del Cipollino che fu realizzata per il Palazzo della Farnesina a Roma, su progetto degli architetti Del Debbio, Foschini e Morpurgo. Importanti applicazioni all’estero sono state l’impianto di 95 colonne per il palazzo del Parlamento australiano a Canberra, pavimenti e rivestimenti di alberghi della catena Fourati a Parigi, Tunisi. Tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ‘80 sul mercato tedesco il materiale ottiene notevole successo per le applicazioni della funeraria e per edifici religiosi, anche in grossi dimensioni e spessori.
Il Cipollino Classico incontra il favore come materiale di sostituzione per il restauro di edifici internazionali come il Palazzo dell’Eliseo a Parigi, dove in origine era stato utilizzato il Cipollino Verde Apuano Cardoso oggi non più disponibile.
Nel 1983-1984 il Cremo Tirreno viene utilizzato in notevoli quantità per le pavimentazioni di uffici pubblici in Bulgaria. L’applicazione più prestigiosa compiuta recentemente in Italia è costituita dalla sala conferenze di Palazzo Chigi a Roma, allestita nel 1996-1997. Altri lavori importanti degli ultimi anni sono stati per rivestimenti del nuovo aeroporto di Hong Kong e del palazzo del Cremlino. Altre applicazioni recenti sono state quelle per rivestimenti dell’ospedale Padre Pio a S.Giovanni Rotondo e per alcune stazioni della Metropolitana di Napoli. In Australia una realizzazione in Cipollino Classico e’ stata compiuta per il Parlamento di Canberra.
Nuove scoperte anche con pubblicazioni da ricerche del Cosmave negli ultimi anni di opere architettoniche in Cipollino sono relative alla Borsa Risi di Vercelli, il Museo del Violino a Cremona, la scala monumentale dei Musei Vaticani e i rivestimenti interni della Sala Partenope dell’Università Federico II di Napoli.