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Il glossario del settore lapideo

Abbattimento della cala

Consisteva nel ricavare un grosso vuoto a triangolo al di sotto dell’ammasso roccioso, con tagli definiti “piede della cala” e “cielo della cala”, per poi praticare a monte il taglio verticale calcolato a ottenere il ribaltamento dell’ammasso isolato. Sistema utilizzato fino agli anni ’70 del XX secolo per poi essere vietato dalle normative di sicurezza sulle cave.

Abbrivio

Primitiva tecnica di discesa per caduta di blocchi un pendio o un ravaneto, precedente l’utilizzo della lizzatura, vietata dalle leggi minerarie verso le fine dell’800.

Bancata

Parte della montagna da non confondere con la tecchia. La bancata è la parete di estrazione.

Blocco

Un blocco di pietra si riferisce semplicemente ad un pezzo di pietra grezza che è stato estratto da una cava. Questo pezzo di pietra può avere una forma irregolare o essere tagliato in modo approssimativo per facilitare il trasporto.

Le specifiche del blocco dipendono dal tipo di pietra e dal suo scopo d’uso. Ad esempio, le specifiche di un blocco di granito potrebbero includere le dimensioni (altezza, larghezza e profondità), la forma, la consistenza, il colore e la quantità di inclusioni (come ad esempio la quantità di cristalli di feldspato presenti nella pietra). Tutte queste caratteristiche influenzano il modo in cui il blocco può essere lavorato e utilizzato.

Il blocco di pietra è un materiale fondamentale nell’industria lapidea perché viene utilizzato come materia prima per produrre prodotti finiti come lastre, mattoni, piastrelle e manufatti artistici. Il blocco viene tagliato e lavorato in modo da creare pezzi di dimensioni specifiche che possono essere utilizzati per costruzioni o per creare opere d’arte. Il processo di lavorazione del blocco di pietra può essere molto complesso e richiede abilità e strumenti specializzati.

Cavalla

Si tratta di una cava che non ha la giusta saldezza e ha problematiche.

Contro

Individua la parte più dura del monte. Sono fratture ortogonali alla scistosità o verso del marmo.

Fare e venire

Dare il taglio alla bancata con una certa pendenza in modo che possa voltarsi, scivolare in avanti e spostarsi in modo che si possa vedere anche dietro ed individuarne i difetti.

Fare il letto

Raccogliere materiale di scarto per ammortizzare l’urto del blocco che si ribalta perché non si rompa.

Fare la cala con la pala

Quando il palista cerca di togliere più materiale possibile da sotto il blocco per farlo scivolare.

Fessarsi

Quando il blocco si taglia o si spezza in due pezzi.

Finimento

Zona in cava caratterizzata da difetti (fasce di fratture fin al punto che si apre in gara- gia); intorno al finimento, di solito, ci sono buone qualità di marmo.

Garagia

Indica una “frattura” del marmo all’interno della parete; estraendo un blocco può capitare di trovarla e quindi occorre interrompere il lavoro e procedere alla bonifica. Il capo cava verifica l’ampiezza e la profondità della garagia e quindi procede alla sua messa in sicurezza puntellando la parete e con l’applicazione di reti di tenuta simili a quelle che si vedono sui crinali delle strade di montagna. Questa procedura serve a garantire il proseguimento in assoluta sicurezza dell’estrazione.

Giunta al filo

Nella fase di riquadratura del blocco, l’azione di “aggiustare” il filo man mano che procede il taglio e occorre adeguare il filo che si accorcia alla macchina che si avvicina: Si dice “riaggiuntare” il filo in modo da porter ricominciare il taglio.

Lapideo

“Lapideo” è un aggettivo che deriva dal latino “lapis“, che significa “pietra” o “roccia”. Pertanto, il termine “lapideo” viene utilizzato per descrivere qualcosa che è fatto di pietra o che somiglia alla pietra, come ad esempio un edificio in pietra o un oggetto di pietra. In senso più ampio, “lapideo” può essere utilizzato per descrivere qualcosa che è duro, freddo e privo di vita, come ad esempio un paesaggio roccioso.

Il termine “lapis” è stato usato anche nell’antica Roma per riferirsi a pietre preziose come il lapislazzulo, una pietra semipreziosa di colore blu intenso. La parola latina “lapis” è stata poi adottata in molte lingue europee, tra cui l’italiano, e ha dato origine a parole come “lapide” (una pietra tombale) e “lapislazzulo” (una pietra preziosa di colore blu).

Lastra

Nel settore lapideo, le lastre sono uno dei principali prodotti utilizzati per la realizzazione di pavimentazioni, rivestimenti, top per cucine e bagni, e molte altre applicazioni. Le lastre possono essere realizzate da vari materiali lapidei, come il marmo, il granito, il quarzo, il travertino e molti altri.

Le lastre vengono ottenute attraverso un processo di taglio delle pietre in blocchi di grandi dimensioni, che vengono poi sottoposti a ulteriori lavorazioni per ottenere la forma e le dimensioni desiderate. Una volta ottenute le lastre, queste vengono sottoposte ad un’accurata lavorazione per eliminare eventuali difetti e rendere la superficie perfettamente levigata e lucida.

Le lastre lapidee sono disponibili in diverse dimensioni, spessori e finiture, a seconda dell’applicazione a cui sono destinate. Ad esempio, le lastre utilizzate per i pavimenti e i rivestimenti solitamente hanno uno spessore di alcuni millimetri o centimetri, mentre le lastre utilizzate per i top delle cucine e dei bagni possono avere uno spessore maggiore, di diversi centimetri.

Inoltre, le lastre possono essere disponibili in diverse finiture, come la lucidatura, la levigatura, la sabbiatura, la fiammatura e molte altre. La finitura delle lastre può influire sul loro aspetto estetico e sulla loro resistenza all’usura e all’abrasione.

Le lastre lapidee sono molto apprezzate per la loro bellezza e resistenza. Tuttavia, per mantenerle in ottime condizioni nel tempo, è necessario sottoporle ad una corretta manutenzione periodica, che include la pulizia e l’applicazione di prodotti specifici per la protezione e la cura delle superfici lapidee.

LCA

LCA sta per “Life Cycle Assessment” e si riferisce ad una metodologia di valutazione dell’impatto ambientale di un prodotto o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita, dalle materie prime all’eliminazione finale.

L’obiettivo principale dell’LCA è quello di identificare i punti critici nel ciclo di vita di un prodotto o servizio che causano maggiori impatti ambientali e suggerire possibili miglioramenti per ridurre questi impatti.

Ci sono molti vantaggi nell’utilizzare la metodologia LCA per valutare l’impatto ambientale di un prodotto o servizio. In primo luogo, LCA aiuta a migliorare la comprensione dei processi di produzione e del loro impatto ambientale. Questo consente di identificare i punti critici nel ciclo di vita del prodotto o servizio e di individuare le aree in cui è possibile apportare miglioramenti.

In secondo luogo, LCA permette di valutare il prodotto o servizio in modo oggettivo e comparabile rispetto ad altre opzioni sul mercato. Ciò consente ai consumatori di prendere decisioni più informate sulla base dell’impatto ambientale dei prodotti o servizi che acquistano.

In terzo luogo, LCA può aiutare a ridurre i costi associati alla produzione e al consumo di un prodotto o servizio. Ad esempio, la riduzione dei materiali utilizzati o l’adozione di processi produttivi più efficienti possono ridurre i costi di produzione e migliorare l’efficienza complessiva del prodotto o servizio.

In sintesi, LCA è una metodologia utile per valutare l’impatto ambientale di un prodotto o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita e per identificare possibili miglioramenti per ridurre questo impatto. L’utilizzo di LCA può portare a vantaggi ambientali, economici e di informazione per i consumatori.

Marmo andante

Nella terminologia del passato questo termine indicava tipologia di marmi con il grado più basso di qualità sul mercato e veniva utilizzato per qualificare materiali validi per le lavorazioni più povere come pilozze, marmette e quadrette alla genovese, spesso lavorate con abrasione a mano presso le famiglie della Versilia.

Materiale che sente

Marmo di grana molto dura, ma nello stesso con una delicatezza insita.

Oh, oh! A unce

Tipico e conosciuto intercalare di segnalazione del capolizza al mollatore sul piro dei cavi lungo la discesa dei blocchi di marmo durante la lizzatura.

Palmo cubo e piede cubo

Unità di misura di origine genovese o inglese, utilizzate fino al secondo dopoguerra (1 mc = 35,31 piedi cubi inglesi o 69 palmi cubi genovesi). La misura del palmo cubo fu usata soprattutto in Versilia mentre a Carrara fu utilizzata anche la misura dei piedi cubi inglesi.

Pelo del monte

Si tratta di una imperfezione del marmo da cui può passare l’acqua con conseguenti fenomeni di ossidazione; può così alterarsi il colore, la qualità, trasformandosi in un vero e proprio difetto.

Pelo furbo

Imperfezione che si rivela solo bagnando il blocco. Spesso al monte non si notano.

Piro

Palo di legno conficcato saldamente in un blocco di marmo o nel terreno e utilizzato per avvolgervi i canapi che trattenevano e regolavano la discesa della lizza, il metodo di trasporto a valle del marmo utilizzato nei secoli scorsi. Alcuni piri sono tutt’oggi visibili in cava.

Resa

La produzione che si riesce ad ottenere da una cava a regime.

Scaglia

Scheggia, pezzo di marmo informe che deriva dal taglio dei blocchi. Va a costituire il ravaneto.

Sbezzicare

Lavorare con la pala (intesa come macchina).

Sbozzatura a bustino

Nelle tecniche di lavorazione delle cave si provvedeva alla produzione sul posto di blocchetti scalpellati appositamente per la produzione di ritratti e busti per la scultura o la funeraria.

Scaglia

Scheggia, pezzo di marmo informe che deriva dal taglio dei blocchi. Va a costituire il ravaneto.

Segnare

Il modo di tagliare in un verso o in un altro, oppure segnare dei difetti, o anche il tracciare linee con squadra e righe per eseguire tagli del filo diamantato. Si tratta di una competenza del filista.

Settimo

Indica ancora oggi negli usi provinciali elencati dagli Albi delle Camere di Commercio il regime di affitto di una cava con diritto di scelta di un settimo della quantità di marmi escavati al proprietario o concessionario principale.

Sfornare

La bancata è estratta e si può estrarre dalla montagna. Termine utilizzato prevalentemente in galleria.

Spricchiata

Una scaglia che salta lontano.

Tagliata

Serie completa di fori, in cui veniva inserito l’esplosivo per staccare il blocco dalla montagna.

Taglio al secondo

Termine che indica come deve essere condotta la coltivazione rispecchiando l’andamento dei peli che in alcuni casi corrono per diverse decine di metri, attraversando tutta la cava.

Taglio/verso naturale

La parte che illumina il sole quando nasce. Tagli sul piano di scistosità naturale dei marmi.

Tariffa

Incavo scavato all’interno della roccia con martello e subbia per farci un pozzetto e legare una fune.

Tecchia

La parete di montagna sopra il piazzale di cava che può essere oggetto di estrazione.

Tecchia in convento

La parte della tecchia più alta.

Tesa

La parte davanti del blocco.

Testa posteriore

La parte posteriore del blocco.

Uncia

Il poco, il leggermente. Spostare di una o due unce, ovvero spostare appena.

Varata

Il distacco massivo di un blocco dalla parte di cava, in passato su piani inclinati fino a circa 25/30 ° (varate a fendere).

Vendita a stozzo

Negli usi camerali vigenti si intende l’acquisto di marmi con rischio di qualsiasi difetto (peli, taroli) a carico del compratore.

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