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Il marmo nella storia e in Versilia

La storia del marmo affonda le sue radici nella notte dei tempi. Sono infatti passati migliaia di anni da che il suo impiego è stato scoperto dall’uomo e, da allora, ne accompagna l’esistenza per finalità decorative, architettoniche e di scultura. Il marmo assume un ruolo significativo dall’epoca dell’antica Grecia (il Partenone è del 400 a.C.), dove viene utilizzato soprattutto con finalità scultoree e monumentali. In Italia, sulle Alpi Apuane, cave di pietra erano probabilmente già utilizzate durante l’età del ferro dalla popolazione locale dei Liguri ma l’attività estrattiva vera e propria si sviluppò a partire dall’epoca romana conoscendo il maggiore sviluppo sotto Giulio Cesare (48-44 a.C.); i blocchi estratti dai Romani venivano poi fatti rotolare a valle dove, caricati sui carri trainati da buoi, erano imbarcati nel porto di Luni (ragion per cui il marmo delle Alpi Apuane è detto, in archeologia, marmo lunense), per rifornire le maestranze preposte alla costruzione delle maggiori costruzioni pubbliche di Roma e del suo impero oltre che di numerose dimore patrizie.

Dal quinto secolo l’attività estrattiva subisce un periodo di stasi a seguito delle invasioni barbariche. Più tardi, con la diffusione del cristianesimo, il marmo fu richiesto in grandi quantità per l’edificazione degli edifici religiosi e per il loro arredo interno.

Durante il Rinascimento, l’Italia diventa il centro mondiale dell’arte e dell’architettura e il marmo torna ad avere di nuovo un ruolo di primo piano; sono tanti gli artisti che ne fanno impiego, primo fra tutti Michelangelo Buonarroti che lo utilizza per creare capolavori assoluti come il David e la Pietà. Michelangelo stesso, per volontà di Leone X, trascorse oltre 3 anni sulle Apuane per scegliere personalmente i blocchi su cui lavorare; per questo motivo, costruì una strada che giungeva fino al mare e si adoperò per aprire le cave di Trambiserra e de La Cappella. Sempre in epoca rinascimentale il Granduca Cosimo I aprì cave di marmi bianchi, venati, bardigli e brecce policrome, proseguendo la strada del Buonarroti fino al cuore della montagna, da cui il Giambologna trasse il primo blocco di marmo Statuario.

Tra il XIX e XX secolo, l’uso del marmo si è diffuso in tutto il mondo grazie all’industrializzazione e al miglioramento delle tecniche di estrazione e lavorazione.

Il marmo è oggi utilizzato in molte importanti costruzioni in tutto il mondo, ed un ruolo importante lo hanno le aziende industriali del comprensorio apuo-versiliese che utilizzano la pietra naturale per il suo impiego in pavimenti, rivestimenti, decorazioni, arredo pubblico e privato.

In questa affascinante storia del marmo ormai millenaria la nostra città, Pietrasanta si è conquistata uno spazio di grande prestigio, tanto da essere definita “La Piccola Atene“: in Versilia,  nei caratteristici laboratori prendono vita le opere d’arte che vanno ad impreziosire palazzi di governo, chiese, musei e parchi pubblici. Nelle botteghe artigiane – meta continua di visitatori provenienti da tutto il mondo – si tramandano gli antichi mestieri di scalpellino, ornatista e sbozzatore; accanto al maestro artigiano si incontrano spesso i grandi scultori di oggi che appunto ai primi chiedono consigli e assistenza per i propri lavori, sempre riconoscendone l’altissima professionalità e l’ineguagliabile capacità manuale di trasformare in opera d’arte un pezzo di marmo.

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